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CENNI STORICI

merzL’attività si avviò timidamente con un rapporto di collaborazione, senza fini di lucro, tra due neo pensionati e l’Istituto di Fisica Sezione Storia della Fisica dell’Università degli Studi di Milano nel gennaio 1987, nell’ambito di un progetto volto a valorizzare e rendere fruibile, agli studiosi, il patrimonio storico dell’Osservatorio Astronomico di Brera (in seguito lo chiameremo A.O.di B.).

Negli anni che seguirono, grazie all’esperienza professionale, maturata nel corso della loro attività lavorativa, presso industrie di medie e grandi dimensioni, ma soprattutto grazie alla tenace dedizione allo studio dei documenti antichi, il primo gruppetto di volontari, a cui si era aggiunto un terzo, poterono affrontare le prime opere di restauro della collezione degli antichi strumenti astronomici e meteorologici della storica Istituzione Scientifica Milanese (O.A.di B.).

Il lavoro più importante, di questa prima fase, è stato il restauro del telescopio riflettore di Giovanni Battista Amici, costruito a Modena nel 1811.
Questo intervento può essere considerato il primo vero restauro, sia pure conservativo, realizzato dai futuri fondatori dell’A.R.A.S.S.­Brera. Esso venne iniziato nel settembre del 1995 e terminato nella primavera dell’anno successivo.

Dopo questa prova, possiamo dire che sono state poste le basi per i futuri lavori sempre più impegnativi.

Il successivo intervento ha riguardato il restauro del particolarissimo pendolo astronomico a cassa lunga del famoso orologiaio milanese G.D. Alberti, (anno di costruzione 1819).
Anche questo lavoro è stato molto complesso poiché le regolazioni erano alquanto consumate per l’usura e la macchina sensibilissima alle più piccole vibrazioni non tollerava neppure il più microscopico “gioco”.
Seguirono vari altri strumenti astronomici di medie dimensioni.

Nel mese di gennaio del 1987 ebbe inizio, quella che possiamo definire la prova di maturità, molto più impegnativa, delle precedenti.
L’obbiettivo era il restauro funzionale del telescopio rifrattore costruito da Georg Merz, a Monaco di Baviera tra 1863-1864, su ordinazione del 1° Governo dell’Italia unita.
Con questo telescopio l’astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli fece i famosi studi sul pianeta Marte a partire dall’anno 1873 culminati nel 1877.
Quindi si doveva mettere mano ad un “pezzo” di rilevante importanza storica, non solo per l’astronomia italiana ma internazionale.

Le condizioni conservative dello strumento erano disastrose, basti dire che mancavano 37 pezzi, alcuni dei quali di vitale importanza, molti altri erano deformati.

Il difficile intervento si concluse felicemente nel dicembre del 1998, dopo due anni di intenso lavoro, di studio e di ricerche storiche.

La presentazione alle autorità Accademiche ed alla stampa è avvenuta nello stesso mese. I giudizi sono stati di unanime consenso .

Intanto a quel primo gruppetto si aggiunsero altri volontari, quindi si prese la decisione di costituire l’ A.R.A.S.S.-Brera (Associazione per il Restauro degli Antichi Strumenti Scientifici – O.N.L.U.S.) nel maggio 1998.

Degna di rilievo è l’opera di restauro, condotta nel 1999, sul magnetometro costruito da Meyerstein nel 1835 a Gottinga. Esemplare di notevole valore storico poiché è l’unico rimasto al mondo degli 80 costruiti su progetto di K. F. Gauss, per realizzare una grande campagna di rilevamenti geomagnetici in 80 punti scelti, opportunamente, in varie parti della Terra, al fine di costruire la mappatura del campo magnetico terrestre.

Meritano una menzione anche i pendoli, regolatori astronomici, esposti nella stessa galleria degli strumenti dell’ O.A.di B. Essi furono restaurati e resi funzionanti già dal giugno del 1997, hanno continuato a funzionare regolarmente e continuano a funzionare sotto il controllo costante e la manutenzione regolare eseguita dai soci dall’ARASS.-Brera.

Di seguito forniamo l’elenco dei committenti in ordine cronologico:

  • l’Università di Modena e Reggio Emilia
  • l’Istituto di Fisica dell’Università di Genova
  • il Liceo Giuseppe Parini di Milano
  • il Liceo Cesare Beccaria di Milano
  • il Ministero delle Politiche Agricole di Roma
  • la Soprintendenza dei Beni Storici e Artistici di Milano
  • la Soprintendenza dei Beni Architettonici e Naturalistici di Milano
  • l’Università di Bologna
  • l’Osservatorio Astronomico di Trieste
  • il Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Milano
  • il Liceo Giovanni Berchet di Milano
  • la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano
  • il Liceo Bagatta di Desenzano del Garda
  • il Liceo Virgilìo di Milano
  • ed in fine il Comune di Padova per il restauro del più antico orologio da torre dell’europa continentale progettato e costruito da Jacopo Dondi nel 1335.

Per ciascuno di questi Enti sono stati eseguiti lavori di grande impegno professionale, culturale, storico-scientifico e organizzativo.

Spiegare per ciascuno le caratteristiche e la complessità dell’intervento occorrerebbe moltissimo tempo.

Di uno però non possiamo esimerci dal raccontare la sua storia poiché coincide con un tratto di storia della nostra città.

Si tratta dell’antico Orologio Pubblico da torre di Brera, anno di costruzione 1743-44. Questo orologio costituì il riferimento “il segnale orario” nel corso dell’800 per tutta la città di Milano e della Lombardia Austriaca dopo la riforma della misura del tempo introdotta nel maggio del 1786 (tuttora in corso).
Egli fece il suo onorato servizio fino al novembre del 1955 quando l’ultimo meccanico dell’O.A.di B. andò in pensione.

Poco dopo l’orologio si fermò, per mancanza di assistenza, rimase dimenticato per quasi cinquanta anni.
In tutto questo tempo si era persa, possiamo dire, la memoria storica, e rischiava seriamente anche la dispersione fisica.

Ma i documenti d’archivio erano li a testimoniare, con tutta la loro autorevolezza, il suo importante passato.
I primi sopralluoghi, per studiare la fattibilità di un intervento di restauro risalgono al febbraio del 1998. Subito ci siamo resi conto dei notevoli problemi che la nuova collocazione logistica del meccanismo ci poneva di fronte.

Furono necessari tre anni di studi e di ricerche anche storiche, presso gli archivi di Stato di Milano, dello stesso O.A.di B., dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e dell’Istituto Lombardo delle Arti e Lettere, prima di stendere un progetto per un restauro funzionale, che fosse compatibile con le numerosissime esigenze: tecniche, strutturali ambientali, storiche ed economiche delle quali dovevamo tener conto.

Possiamo dire, con la consapevolezza che deriva dall’esperienza, che per questo progetto abbiamo fatto una scommessa con noi stessi.
Solo con la grande determinazione e la costanza di chi non sa arrendersi è stato possibile concludere positivamente un cosi difficile intervento di restauro.
Ma soprattutto siamo stati sollecitati dalla consapevolezza della straordinaria importanza storica dell’oggetto.

Forti di questo impegno, non abbiamo mai perduto la convinzione che bisognava arrivare fino in fondo. Studiando e realizzando per ogni problema le soluzioni più ingegnose, originali ma soprattutto rispettose del manufatto storico.

Si è citato questo caso solo per dare una idea, sia pure non adeguatamente esauriente di quanto sia complesso l’impegno dei soci dell’A.R.A.S.S.-Brera.

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