OROLOGIO ASTRARIO PIAZZA DELLA LOGGIA – BRESCIA-OLD

Restauro Funzionale dell’Orologio Astrario di Piazza della Loggia (Brescia)

La Torre di Piazza della Loggia di Brescia ospita al suo interno un complesso congegno meccanico, inserito circa tra il 1544 e il 1546, in grado di segnare le ore, le fasi lunari e i segni zodiacali su due diversi quadranti su facciate opposte del palazzo.
Restauro commissionato dal comune di Brescia


Cenni Storici

Piazza della Loggia - Brescia

Il fronte che guarda verso piazza della Loggia presenta un quadrante e il timpano dipinti da Gian Giacomo Lamberti nel 1547, mentre il secondo lato, che si affaccia su via Beccaria, presenta un quadrante dorato di autore non ancora precisato.

Sulla parte superiore sono presenti una campana in bronzo, e due automi in rame installati nel 1581, raffiguranti due uomini dotati di martello e chiamati in dialetto bresciano i “Macc de le ure”, ovvero “i matti delle ore”, che mediante un opportuno collegamento con il meccanismo dell’orologio contenuto della torre, scandiscono il tempo battendo contro la campana.
Dopo un lungo restauro, l’orologio è ritornato a funzionare nel giugno del 2010.

Dal primo periodo della presenza veneta in città (1427), fino al 1610 circa, l’assetto urbano di Brescia subì importanti modificazioni. All’interno di questi interventi ebbe origine il primo progetto di realizzazione di un orologio meccanico pubblico. Varie fonti sono pressoché concordi nel far seguire alla data di fondazione di Piazza della Loggia, 1443, la proposta di costruzione di un orologio e sembra infatti risalire al 1447 una prima realizzazione di un orologio meccanico nella piazza.

Le cronache raccontano che il suono di questo orologio durava il tempo occorrente a compiere il tragitto tra la sede del Podestà e la chiesa di S. Agata, e venivano battuti il mattutino, terza, nona, vespero e compieta.

L’orologio e il quadrante astronomico di Piazza della Loggia con i suoi attuali aspetti decorativi sono pertanto successivi ad un primo impianto quattrocentesco.

Intorno al 1540, a conclusione dei lavori di sistemazione del lato orientale della piazza, il Consiglio generale della città decise di far costruire un “novum horologium” per la “platea magna” con una provvisione del 1543.
Lo stesso Consiglio generale dispose:
“…faciendi transferre et de novo construere condignum horologium a mane plateae magnae in loco congruo iuncta ordinem praedictae fabricae…”

Gli incaricati dal Consiglio decisero di affidare il compito della realizzazione delle parti meccaniche a “Paolo Gennari da Rezzato” e l’opera venne ultimata nel dicembre 1546.
L’anno successivo, 1547, il Consiglio generale attribuì all’artista Giovanni Jacopo Lombardi  (Gian Giacomo Lamberti ?) il compito di dipingere il quadrante e il timpano soprastante: ” … pingere et facere omnia ornamenta horologii novi […] platea magna in forma laudabili …”.
Le autorità specificarono anche i tipi di colore che il pittore avrebbe dovuto usare: oro zecchino e azzurro pannonico:
“Quod aurum ponendum in suprascriptis ornamentis debeat esse aurum
[…] ducati veneti azurum vero debeat atiam et azurum pannonicum”.

La campana in bronzo soprastante la torretta dell’orologio e gli automi per le battute del segnale acustico (alti circa due metri) sono stati realizzati nel 1581, come risulta dall’iscrizione sulla stessa campana.
Fra i pochi orologi astronomici ancora esistenti in Italia, quello di Piazza della Loggia ha il pregio di avere mantenuto invariato il proprio quadrante: esso ci mostra così interessanti aspetti storici e  il modo di scansione del tempo in uso nel periodo della sua costruzione.
Un’attenta osservazione del bellissimo quadrante rivela con buona approssimazione la sua data di costruzione. Infatti si nota che la separazione radiale dell’ingresso in Ariete (Equinozio di Primavera) corrisponde al giorno 11 marzo.
Questo prova che la costruzione del quadrante è avvenuta prima del 1582, anno di introduzione della riforma Gregoriana che ha riportato il calendario in fase con la posizione astronomica del Sole. Infatti sappiamo che la costruzione è avvenuta nel 1546, trentasei anni prima.
Egualmente il sistema di misura del tempo in uso nel periodo della sua costruzione ha lasciato una ben definita impronta sui due quadranti.
L’Orologio di Piazza della Loggia, con la sua scansione “all’antica”  ci ricorda un metodo lontano di misura del tempo, quando la vita seguiva i ritmi della natura. Esso era definito “Italico o all’italiana” e considerava il tramonto del Sole come il termine del giorno corrente e l’ inizio del giorno nuovo.

Queste grandi macchine sono nate in un’epoca in cui il rapporto con lo scorrere del tempo era più naturale e sicuramente meno carico d’ansia dell’attuale; esse venivano regolate con l’ausilio delle meridiane o direttamente al tramonto del Sole che è rimasto quale “ufficiale” riferimento per la loro regolazione, per secoli.
L’epoca di costruzione dell’Orologio-Astrario di Piazza della Loggia, fu caratterizzata anche da un grande fermento degli ambienti accademici che condusse, sia pure lentamente, all’accettazione della teoria eliocentrica Copernicana, con l’affermazione del metodo scientifico divenuto la base della scienza moderna.

Nel 1546, anno di costruzione della macchina di Piazza Loggia, il sistema Geocentrico (detto anche aristotelico o tolemaico) era ancora il modello astronomico generalmente assunto, e il suo quadrante rispecchia proprio questo modello. Come noto esso pone la Terra al centro dell’Universo, mentre tutti gli altri corpi celesti ruoterebbero attorno ad essa.


Il Restauro

Intervento nella sezione della suoneria.

Boccole, perni di rotazione, fori ovalizzati dall’usura rifatti, integrati con riporto di materiale e rettificati; cunei di fermo mancanti e ricostruiti; eliminazione di giochi in alcuni elementi che ne pregiudicavano il funzionamento; correzione e rettificazione del perno di guida della ruota partitora, la quale regola ora dopo ora il numero di colpi degli automi sulla campana, che si presentava leggermente piegato verso il basso; il posizionamento corretto di una ruota fuori fase che causava delle difficoltà di funzionamento del catenaccio di blocco della medesima ruota partitora.

Questi interventi hanno consentito di eliminare i pesi aggiunti , in modo empirico e provvisorio nel recente passato, al peso motore del “treno” della suoneria e così pure a quello del tempo, con sicuro vantaggio per l’insieme.

È stato, inoltre, aggiunto un dispositivo di sicurezza che blocca, in caso di guasti imprevisti, i rotismi e il consenso della suoneria, impedendo il persistere irregolare dell’azione degli automi e salvaguardando da possibili danneggiamenti la componente storica del complesso dedicato al moto degli automi.


Intervento sul quadrante di via Beccaria.

Il foro di calettatura dell’ingranaggio dell’asse porta lancia presentava un rilevate gioco assiale che comportava anomalie nella rotazione; aggiunta di una piastrina di appoggio per dare maggior stabilità all’albero; sostituita una spina ormai logora ed è stato realizzato e posto in opera un dispositivo di bilanciamento, con contrappeso regolabile, calettato direttamente sull’albero di trasmissione in modo totalmente reversibile. Anche in questo settore la situazione è notevolmente migliorata e la ruota dentata che porta il movimento alla lancia, smontata e correttamente rimontata, ha acquisito la giusta stabilità dinamica.


Intervento sulla sezione Astrario, l’insieme dei rotismi che danno vita al movimento dei dischi dei cieli nel quadrante visibile dalla piazza.

L’asse del sistema, imperniato su una grossa trave di sostegno, per effetto della rotazione secolare aveva subito un abbassamento in avanti coinvolgendo l’intero sistema e facendo perdere la verticalità dei dischi dei cieli del quadrante.

Questo aveva creato la condizione di un anomalo indurimento nella rotazione degli assi concentrici dell’insieme ed in particolare dell’asse della ruota che comanda il moto del cielo della Luna. Oltre ad un incremento degli attriti che richiedevano una maggiore energia per mantenere l’insieme in rotazione, tale condizione di funzionamento aumentava anche il logorio generale.

E’ stato quindi progettato e posizionato un supporto che mediante rulli regolabili agisce su un grande disco ancorato a mezzo di staffe alla gabbia delle stelle fisse, scaricando su questi il peso della grande struttura metallica contenente il complesso delle ruote dentate e quello dei dischi del quadrante che hanno acquisito la giusta verticalità, riducendo il compito degli assi centrali alla sola funzione di centraggio con riduzione sensibile delle inevitabili frizioni.


Particolari del restauro

Video di presentazione del restauro