Regolatore Astronomico Breguet

Verso la fine dell’anno 2023 una nota famiglia milanese ha deciso di donare al Museo Poldi Pezzoli un importante e storico esemplare di tecnologia ed arte orologiera.


Si trattava di un esemplare di pendola regolatrice prodotta dalla Maison Breguet nella prima metà del diciannovesimo secolo e quasi certamente destinato ad essere utilizzato da un osservatorio astronomico.
L’orologio, racchiuso in una massiccia cassa di mogano, ha un movimento con scappamento “dead beat” e pendolo compensato a cinque barre di acciaio-zinco con lente a regolazione micrometrica, con la possibilità di scelta TM (Tems Moyne) e TS (Tems Sidereal).


La sospensione del pendolo può essere bloccata per facilitare le operazioni di trasporto dello strumento.
ARASS-Brera ha collaborato allo smontaggio, al trasporto ed al rimontaggio del regolatore nella posizione ad esso destinata nel Museo.


La reinstallazione ha richiesto una grande cura ed attenzione nel rispetto dei parametri geometrici, complicata alquanto dalla planarità dei muri del nobile palazzo.
Il regolatore aveva già in passato manifestato qualche problema di funzionamento con fermate estemporanee e smorzamenti delle oscillazioni, probabilmente poi aggravate dal trasporto da casa al Museo.


Qualche giorno dopo l’arrivo nella nuova sede, e dopo un avviamento non soddisfacente e poco affidabile, il pendolo si è distaccato lacerando le lamine elastiche cui era sospeso.
D’accordo con la Conservatrice delle collezioni orologiere del Museo si è deciso di intervenire per riparare la rottura e quindi ripristinare il funzionamento dello strumento.
Abbiamo smontato il gruppo di sospensione del pendolo al fine di sostituire le due lamine in esso contenute e costituenti l’elemento elastico delle oscillazioni. La scelta di ricorrere a due lamelle invece che una singola è stata dettata ai costruttori dell’orologio dal desiderio di assicurare la certezza del piano delle oscillazioni, ben consapevoli d’altra parte di complicare non poco la delicata meccanica del sistema.

Ciascuna lamina infatti possiede due fori per permettere il passaggio delle viti che stringono le morse della sospensione, e due forellini da un millimetro di diametro per le spinette di centraggio. È subito apparso chiaro che qualunque minima differenza si fosse verificata nel forare le minuscole striscette di acciaio si sarebbe riversato contro il corretto funzionamento del sistema, ma soprattutto ne avrebbe compromesso la durata innescando fenomeni di affaticamento dell’acciaio armonico che lo costituiva infine provocando nuove probabili rovinose rotture.


Dopo aver rilevato con molta attenzione tutti i dati geometrici del sistema, abbiamo costruito alla fresa una morsa metallica che ci permettesse di forare contemporaneamente le due lamine a freddo ed in sicurezza con un punzone rettificato ed opportunamente temprato.


Poichè, come già detto prima, l’orologio aveva manifestato una tendenza a smorzare le oscillazioni nel tempo fino a giungere all‘arresto, abbiamo pensato di utilizzare per le nuove lamine un nastro calibrato di acciaio al carbonio temprato di 0,05 mm di spessore al posto di quello vecchio di 0,10 mm. I dati di resistenza e di elasticità dell’acciaio forniti dal produttore assicuravano comunque un indice di sicurezza piuttosto ampio riguardo il carico provocato dal peso del pendolo, permettendo però al sistema di dissipare molta meno energia nel richiamo elastico.


Le due laminette ottenute, dalle dimensioni identiche, sono state montate tra le morse della sospensione senza serrarle completamente, sottoponendole quindi per qualche ora ad un carico verticale che simulasse il peso del pendolo al fine di ottenere il loro certo parallelismo ed una sorta di condizionamento elastico.


Serrate le viti e rimontate le spine di centraggio il complesso di sospensione è stato rimontato ed il pendolo riagganciato.
Ovviamente tutte queste manovre hanno richiesto un attento e delicato intervento di “messa in battuta” dell’orologio , utilizzando la vite micrometricha a questo scopo previste dal costruttore Breguet.


A distanza di quattro mesi dal suo riavvio, il regolatore ha manifestato una precisione ed una affidabilità in linea con la fama della sua marca.