Fu inventato dal fiorentino Antonio Meucci nel 1849, ma la sua diffusione è dovuta all’americano Graham Bell che lo fece conoscere all’esposizione di Filadelfia del 1846.
Si compone di quattro parti essenziali:
- La sorgente di elettricità costituita da una o più pile P distribuite lungo la linea.
- Il microfono cioè l’apparecchio dinnanzi al quale si parla. E’ formato da una scatola conica di sostanza isolante riempita di granuli di carbone e chiusa anteriormente da una lamina elastica di metallo M. Mentre si parla davanti alla lamina metallica M la corrente della linea attraversa i granuli di carbone.
- La linea, formata da due fili di rame isolati. Lungo di essa si trovano delle pile P disposte in serie.
Il ricevitore cioè l’apparecchio che si avvicina all’orecchio per la ricezione dei suoni. Consiste in una calamita permanente SN di cui una estremità è circondata da un rocchetto nel quale circola la corrente della linea. Dinnanzi all’espansione polare, a piccola distanza, si trova una sottile lamina elastica L di ferro dolce.
Quando si parla dinanzi al microfono le onde sonore fanno vibrare la lamina M, la quale perciò esercita una pressione variabile sui granuli di carbone, da ciò consegue una variazione della resistenza elettrica ed una corrispondente variazione dell’intensità di corrente si desta nel circuito microfonico. Tutte le proprietà caratteristiche dei suoni emessi davanti alla lamina M sono così fedelmente riprodotte dalla corrente elettrica che, per mezzo della linea L, circola nel rocchetto del ricevitore.
La corrente variabile di forma complessa magnetizza, ora più ora meno, il nucleo N e questo a sua volta, tramite il flusso variabile, fa vibrare la lamina L.
Nell’ipotesi che non vi siano sensibili distorsioni, le vibrazioni della membrana del microfono sono ripetute fedelmente dalla membrana L del ricevitore.