Il telegrafo fu inventato dall’americano Samuel Morse nel 1835. E’ formato essenzialmente dalle seguenti parti:
- Una batteria di pile costituita da un numero più o meno grande di elementi disposti in serie. Il polo negativo della batteria viene messo a terra, mentre il positivo va al tasto.
- Il tasto o manipolatore T. Nelle condizioni ordinarie una molla tiene sollevata una estremità del tasto mantenendo così il circuito della linnea aperto. Esso viene chiuso quando viene esercitata dal telegrafista una leggera pressione sul manipolatore.
- La linea, costituita da un solo filo di ferro zincato, che unisce la stazione trasmittente con quella ricevente. Mettendo in comunicazione il positivo della batteria trasmittente ed un polo dell’apparecchio ricevente il circuito si chiude attraverso il suolo, ossia la terra funziona come filo di ritorno.
- Il ricevitore che consiste di una elettrocalamita E la quale da una parte fa capo alla linea e dall’altra alla terra. Quando si abbassa il tasto T dalla trasmittente la corrente percorre la linea ed eccita l’elettrocalamita E: l’ancora A viene attratta e una scrivente R viene a contatto con un nastro di carta che si svolge continuamente da un rullo e si avvolge su un altro, anch’esso come il primo tenuto in movimento da un congegno ad orologeria.
Evidentemente il contatto della scrivente con la carta dura finché resta abbassato B e quindi in ultima analisi per tutto l’intervallo di tempo in cui rimane abbassato il tasto T nella stazione trasmittente.